Il primo autore a parlare in maniera abbastanza dettagliata del rapporto profondo che intercorre tra lo scrivente e la sua grafia fu il professore Camillo Baldi (1551-1637), docente in medicina presso l’università di Bologna. Egli prende spunto da una lettera missiva (quella del Duca Anton Perez), per approfondire numerosi argomenti tra cui anche quello grafologico; spiegando come da una lettera missiva si possa arrivare a capire anche la natura e le qualità dello scrivente. Il Baldi, in una visione olistica, propria nella tradizione grafologica italiana e soprattutto morettiana, nella scrittura rileva sia l’intelletto che il corpo dello scrivente. Nel libro del 1625 “Politiche considerationi sopra vna lettera d'Anton Perez al dvca di Lerma, del modo di acquistar la gratia del suo signore, & acquistata conservare”, nell’argomento “Delle Lettere pag.11-13, Capitolo 3” il Baldi afferma che, essendo l’uomo fatto sia di anima che di corpo e che principalmente utilizza come maniera di esprimersi sia il parlare che lo scrivere, sia ragionevole pensare che queste sue modalità espressive vestano ed esprimano al suo esterno sia le qualità del corpo che dell’anima. In una visone scientifica dell’indagine sul carattere dello scrivente, dice che non è possibile da una sola lettera trovare tutte le qualità dello scrivente ma che se ne possono vedere solamente alcune. Afferma che dalla scrittura si può capire non soltanto il carattere dello scrivente ma 4 principali elementi che lo riguardano: le qualità esterne (essere conosciuto o sconosciuto, amico o nemico, nobile o ignobile, superiore o inferiore, il modo di vivere, la reputazione, la professione che svolge…); le caratteristiche del corpo ed anche le qualità esterne che colpiscono gli altri, sia che seguano le naturali inclinazioni o gli abiti acquisiti (la prestanza fisica, l’essere sano, se è inetto, se ha il corpo grande o piccolo, vecchio o giovane, maschio o femmina, delicato, garbato, amabile, pulito, vivace, il modo di parlare…); l’intelletto ( tutte le caratteristiche intellettive, sia positive che negative, comprese le attitudine dell’intelletto come ad esempio se la professione che svolge è quella più adatta per lui…); le qualità innate e reali, la vera natura dell’individuo che può essere o meno nascosta dalle qualità esterne.
Camillo Baldi, per valutare le qualità del corpo e dell’animo dello scrivente, prende in esame sia il contenuto della scrittura (cosa scrive e come lo scrive) che anche la grafia in sé stessa. Nel capitolo VI pagina 16 del trattato dei segni delle lettere intitolato: “Con quali strumenti, e mezzi si conosco le qualità del corpo, e dell’animo”, Camillo Baldi associa la personalità dello scrivente al contenuto dello scritto, allo stile di scrittura ed al modo di scrivere i concetti; indica gli strumenti per capire le qualità dello scrivente e dice che possono essere cinque: il carattere, le parole, le frasi, lo stile ed il concetto. -Il carattere è la lettera ed ha tre particelle: figura, ortografia e puntuatione. -La parola (o voce) chiamata dizione dai latini; nella parola s’articolano il corpo e la terminazione. -La frase o locuzione è il componimento delle parole insieme che fanno il periodo -Lo stile o maniera di dire, è la struttura dell’orazione. Quattro sono le sue sorti secondo Demetrio (la semplice, la tenue, la grave, l’ornata). -Il concetto è l’argomento di cui tratta lo scritto
La parte del volume che riguarda il “Trattato dei segni delle lettere” è quella che più interessa ed incuriosisce il grafologo; Camillo Baldi inizia ad associare delle caratteristiche grafiche della scrittura ad eventuali peculiarità dello scrivente; a pag. 17 Baldi afferma che una persona dal carattere pigro calca la penna sul foglio (probabile segno che l’uomo abbia la mano greve dura e pigra); spiega anche che se i caratteri si mostrano fatti con pigrizia, se sono fra di loro disuguali ed hanno le righe torte (pag, 18), corrisponderebbero ad una instabilità dello scrivente e ad umore collerico; Baldi continua dicendo che perlopiù scrivono così i ragazzi, quelli che hanno imparato da poco a scrivere oppure persone che sono giovani nei costumi. Se il carattere della scrittura sarà veloce, con lettere disuguali, alcune lettere grosse ed altre sottili (che si capisca che non sia una caratteristica che dipenda dalla penna), probabilmente si potrà concludere (dice il Baldi), che la persona sarà disuguale nelle sue azioni (a volte quieto ed altre invece iracondo più di quanto non ci sia bisogno) ed anche la sua voce apparirà con questa caratteristica. Sarà in maniera inopportuna ambizioso e litigioso, e questo deriva da una inuguale prontezza al moto (p.18). A pag. 19 lo scrittore dice che chi scrive bene valga molto di meno d’ingegno di chi invece scrive male…chi scrive piccolo o è vecchio o ci vede male oppure di poco spirito (in linea con i pensieri della scuola grafologica francese). A Pag. 20 tratta della “mala ortografia”, il Baldi afferma che chiunque è abituato a scrivere con errori di ortografia, vuol dire che è: trascurato, ignorante, negligente o poco pratico. Dice che ci può essere molta confidenza con chi si scrive o poco rispetto. E negli altri danno l’idea di essere persone di poca diligenza e accuratezza. Se la scrittura è senza punti e distinzioni: è persona o poco diligente e non cura le cose piccole oppure persona di grand’animo e di molto valore (che trascura la buona opinione degli altri).
Camillo Baldi, a pag. 17 Capitolo VI della parte sul“Trattato dei segni delle lettere”, associa anche i diversi temperamenti ad i 4 elementi naturali (terra, acqua, fuoco, aria).
|