Cesare Lombroso
Cesare Lombroso, psichiatra e antropologo (Verona 1835 - Torino 1909), è considerato il padre dell’antropologia criminale. Ha scritto più di cinquanta opere, tra cui ricordiamo “L’uomo di genio” e “Pazzi e mattoidi politici e religiosi”, dove tratta l’interessante argomento dei “mattoidi”, quelle persone che si trovano a metà tra genialità e pazzia.
Secondo la più diffusa teoria del Lombroso, spiegata nella sua opera  più celebre “L’Uomo delinquente”, esisterebbero determinate e costanti caratteristiche somatiche che andrebbero a caratterizzare i criminali; dal punto di vista penale, tali persone, pur essendo crudeli, non sarebbero imputabili perché prive del libero arbitrio. Teoria giudicata di notevole interesse ma anche carente dal punto di vista scientifico poiché tali caratteristiche si possono riscontrare soltanto in una piccola parte dei delinquenti.
Cesare Lombroso, attirato anche dalla grafologia, esegue studi relativi alla personalità degli scriventi, in particolar modo indaga sulle scritture degli individui anormali, dei pazzi e dei criminali. Studi che, pur difettando di un approccio metodologico, poiché lasciano troppo spazio alla capacità singola del grafologo, hanno aperto la strada ad ulteriori teorie ed approfondimenti sull’argomento, in particolare nel settore criminologico.
Cesare Lombroso, nel testo intitolato “Grafologia”, parla dei segni generali (i tratti caratteristici della scrittura), dei segni particolari (che esigono un’osservazione più accurata) e delle risultanti (grazie alle quali si può solo accennare qualcosa perché, secondo l’autore, vanno completate dall’intuizione psicologica individuale). Inoltre spiega il significato delle singole lettere dell’alfabeto, realizzate in un modo oppure in un altro, analizza le paraffe finali dopo la firma ed alcuni segni particolari. Il Lombroso studia la scrittura dei pazzi e dei geni, dei delinquenti e dei criminali, degli ipnotici, dei malati; sono molto interessanti le sue osservazioni sul rapporto tra scrittura e malattia: “La malattia pure imprime all’organismo delle modifiche profonde che si travedono nella calligrafia. Come in molti casi l’aspetto del malato mette sulla via della diagnosi, come vi son gesti ed espressioni veramente patologiche, così accade nelle scritture…Lo stato patologico si manifesta con modificazioni grafiche che son tutte calcolate sulle modificazioni che ha subito il carattere. Paragonando una pagina scritta anteriormente con una scritta al momento della malattia si ha modo di vedere ciò che l’organismo ha perduto nell’equilibrio” (pp. 105-106).
 


TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI, bisogna citare la fonte: COPIARE SU INTERNET È FACILE MA È FACILE ANCHE ESSERE SCOPERTI!

© 2009-2015 Scrittura-grafologia.info

We use cookies to improve our website and your experience when using it. Cookies used for the essential operation of the site have already been set. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information